GEOmedia 4 2017 Editoriale di Renzo Carlucci
La Geodesy 4.0 di INTERGEO
A settembre scorso si è chiusa a Berlino una tre giorni di fiera relativa a tutto ciò che impatta nel mondo con il prefisso Geo-. Un incredibile vortice di presentazioni che hanno consentito a chiunque di toccare con mano l’incredibile rivoluzione che vede alla base la fusione dei mondi della Geodesia con quello della Geoinformatica. Il motore di tutto è un’onda inarrestabile guidata dalla digitalizzazione di tutto il mondo che ci circonda da tutti i punti di vista possibili, oggi conosciuti.
La geo information technology che ne deriva è l’espressione dell’unione dei due mondi resa possibile dall’evoluzione e penetrazione della geomatica nella nostra vita quotidiana. Siamo in un processo di modellazione del digitale che ovviamente non è fine a sé stesso ma cerca di realizzare modelli gestibili con la matematica per poter analizzare, prevedere e monitorare ciò che ci circonda per trovare soluzioni per le questioni sociali relative alla mobilità, all'energia, all'ambiente, alla sicurezza e alla salute; questioni che non possono essere affrontate senza digitalizzazione. Circa 580 espositori provenienti da 37 paesi e più di 1.400 delegati in conferenza hanno partecipato alla fiera internazionale per la geodesia, la geoinformazione e la gestione del territorio portando a Berlino più di 18.000 visitatori da oltre 100 paesi.
Il ritmo con cui avanza la trasformazione digitale è incalzante e le professioni stesse stanno cambiando. Dobbiamo fare i conti col fatto che i geodeti di ieri stanno diventano i gestori di geodati del domani. La domanda di coloro che possono portare sul tavolo esperienza geodetica, know-how nella Information Technology e capacità di gestione è alta.
L’integrazione della progettazione infrastrutturale baserà questo mix di conoscenze per avviarsi al processo integrale che acerbamente passiamo oggi come Building Information Modeling (BIM), il processo digitale applicato alla progettazione, costruzione e funzionamento di edifici e infrastrutture. Un processo che ci porterà finalmente all’evidenza progettuale dell’impatto del costruito sul complesso di relazioni sottosuolo-territorio-aria-spazio, con la possibilità di introduzione delle molteplici variabili in ballo - prima neanche pensabili - che unite alla dimensione tempo porteranno alla visione completa del ciclo di vita di un’opera, fino alla sua ri-trasformazione negli elementi naturali che l’hanno inizialmente assemblata.
Questo tema ha giocato un ruolo ancor più grande in INTERGEO, in particolare perché i geodati sono il cuore di questo metodo, ancora relativamente nuovo, che chiamiamo BIM; attualmente promosso per aumentare l'efficienza nel settore delle costruzioni. Ma il vero obiettivo sarà raggiunto solo quando con i geodati riusciremo a verificare quale sarà il ciclo di ogni pezzo che compone il complesso edilizio, fino a verificarne il naturale riassorbimento ambientale, al di là di qualsiasi ipocrita valutazione di impatto ambientale oggi largamente sottostimata. Allo stato attuale e visto l’enorme investimento che l’industria Geo- continua a portare avanti, non è ancora possibile dire fino a che punto ci influenzerà la digitalizzazione. L’importante oggi è trovare la giusta direzione per assicurare che tutti siano preparati quando l'Internet delle cose (IoT) e le metodologie di intelligenza artificiale ci porteranno a nuove dimensioni di digitalizzazione.
E’ questa la nuova frontiera dell’ingegneria alla quale dobbiamo guardare tenendo presente che la base di tutto il futuro che stiamo definendo, tramite acronimi come il BIM, la realtà virtuale e aumentata, le città intelligenti, saranno possibili solo su una matrice di geodati completamente definiti, accurati e effettivamente rappresentativi del mondo reale. Su questo siamo d’accordo con Manfred Hauswirth, direttore del Fraunhofer FOKUS che nel suo discorso di apertura "Digital Networking - the Basis for the City of the Future", ha confermato che i geodati sono tra i dati più importanti a livello mondiale per la costruzione della rete digitale alla base delle città intelligenti che stiamo pensando.
Buona lettura, Renzo Carlucci